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L’acido ialuronico è un componente essenziale della pelle: agisce come una spugna che trattiene acqua e mantiene la pelle idratata, compatta e sana. Tra i 40 e i 50 anni perdiamo il 50% delle nostre riserve di acido ialuronico; la pelle diventa secca, sottile e delicata.
I danni ambientali e l’esposizione costante ai dannosi raggi UV cominciano a prendere il sopravvento sulla pelle. I radicali liberi attaccano la naturale integrità strutturale della pelle. La rigenerazione e il ricambio cellulare cominciano a diminuire.
A 30 anni, il collagene e l’elastina diminuiscono e compaiono le prime rughe. La rigenerazione e il ricambio cellulare continueranno a diminuire, rendendo la pelle più opaca e meno uniforme.
A 40 anni, la pelle è più sottile, i lipidi della barriera non sono molto pronunciati e possono manifestarsi problemi di disidratazione. Compaiono tanti segni del tempo, tra i quali macchie scure e opache.
Lo strato lipidico protettivo si assottiglia, ritiene meno l’umidità ed è più soggetto a sensibilità e disidratazione. La pelle presenta rughe, linee sottili e pigmentazione.
Oltre al normale invecchiamento e alla perdita di acido ialuronico, la nostra pelle è esposta giornalmente a vari fattori esterni che ne modificano la superficie e che ne riducono la luminosità:
Il microbioma cutaneo è composto da una moltitudine di microrganismi e più il nostro microbioma presenta variabilità di questi batteri, meglio è per la nostra salute. Purtroppo, però la composizione e le varie attività svolte dal microbioma cambiano a seconda dell’età:
Un recente studio ha evidenziato il ruolo dei Bifidobatteri nell’invecchiamento; dato il loro ruolo di difesa, di stimolazione del sistema immune associato alla produzione di importanti metaboliti inclusi acidi grassi a catena corta e batteriocine le ricerche indirizzano verso un loro uso terapeutico soprattutto nei soggetti anziani dove sono presenti in basso numero.
In conclusione, considerato il notevole contributo della popolazione batterica intestinale e cutanea in varie patologie che spesso sono presenti nel soggetto anziano e i cambiamenti nella composizione provocati dall’età e da fattori ambientali quali la dieta (povera di fibre) e l’utilizzo di farmaci (antibiotici), conoscere come e quando il microbiota si modifica in relazione all’età può costituire un importante target terapeutico non solo di intervento ma anche di prevenzione dalle malattie tipiche dell’invecchiamento.
L’invecchiamento della pelle è associato quindi a cambiamenti nella fisiologia cutanea, comprese le interazioni con la comunità microbica della pelle; pertanto non è più possibile studiare l’invecchiamento della pelle solo in seguito a fattori scatenanti riconosciuti quali inquinamento, danni provocati dai ROS ecc. Oggi più che mai è fondamentale prendersi cura del nostro corpo anche dall’interno a partire dallo studio della salute del nostro microbioma!